Sostenibilą ambientale - giovedģ 4 marzo 2021
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Al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e controllare il consumo energetico, con la Direttiva Comunitaria 2009/28/CE si fissano gli obiettivi di sviluppo delle Fonti energetiche rinnovabili per tutti i Paesi europei e le loro regioni al 2020. Per l’Italia tale obiettivo è indicato al 17% del consumo finale lordo di energia. Per raggiungere tale obiettivo, l’Italia dovrà più che triplicare le energie rinnovabili consumate, passando da 7,1 Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) nel 2005, a ben 22,25 Mtep nel 2020.
In base a diverse caratteristiche territoriali ogni regione dovrà contribuire con una sua quota al raggiungimento dell’obiettivo: date le attuali produzioni di energia da fonti rinnovabili, la crescita della produzione riguarderà sì tutte le Regioni italiane, ma con valori assoluti e percentuali molto diversi: sarà molto elevata nelle Regioni del SUD, isole comprese; sarà consistente nel Centro; consistente come valore, ma non come quota di quella già prodotta, nel Nord.
Per quanto riguarda l’Abruzzo la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dovrà più che raddoppiare passando dai 1583 a 3250 GWh.
L’Abruzzo, attualmente, è al 10mo posto (ex equo con la Calabria, fonte GSE 2008) come contributo percentuale alla produzione totale italiana di energia da fonti rinnovabili, ma si distacca di ben 8 punti percentuali dalla 4° regione (Piemonte). Sempre per l’Abruzzo, il contributo maggiore è dato dalla produzione proveniente da eolico (5.0%) e da idrico (3.1%) in misura minore da solare (2.6) e biogas (2.2), mentre sono tutte da sviluppare fonti legate alle biomasse e rifiuti biodegradabili.
Tabella: Distribuzione regionale % della produzione rinnovabile totale nel 2008 (fonte GSE 2009)
Leggi il rapporto completo realizzato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile
E’ stato pubblicato il bollettino Incentivazione delle fonti rinnovabili con il sistema dei Certificati Verdi, redatto dal GSE e aggiornato al 30 giugno 2009, contienente molti dati indicativi - e alcune sorprese - sullo stato di salute dell’energia verde prodotta in Italia.